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Il “violino del Montefeltro” raddoppia la produzione pensa al futuro e guarda soprattutto alla qualità e all’export

Il “violino del Montefeltro” pensa al futuro e guarda all’export Il “violino del Montefeltro” raddoppia la produzione pensa al futuro e guarda soprattutto alla qualità e all’export

Produzione, distribuzione e identità: le tre aree d’evoluzione del Prosciutto di Carpegna Dop

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CARPEGNA –  Sono stati presentati oggi, durante una conferenza stampa organizzata dal Consorzio Prosciutto di Carpegna DOP, i progetti futuri legati alla valorizzazione del “violino del Montefeltro e gioiello delle Marche”.

All’incontro sono intervenuti anche il vice presidente del Consiglio regionale, Renato Claudio Minardi, il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Daniele Tagliolini e il sindaco di Carpegna Angelo Francioni. Presente anche la signora Tonina Pantani, mamma di Marco. il grande campione di ciclismo che privilegiava le strade di Carpegna per la sua preparazione. A fare gli onori di casa Alberto e Andrea Beretta. Coordinatore dell’incontro il narratore del gusto e della bellezza Giuseppe Cristini.

“La seconda metà del 2017 – è stato affermato – vedrà infatti il Prosciutto di Carpegna DOP protagonista di un’evoluzione prevalentemente concentrata su tre aree: la produzione si potenzia, i mercati distributivi si allargano, la cultura di questa DOP ufficializza la sua identità.

Come anticipato lo scorso anno ad Urbino dai rappresentanti del neo costituito Consorzio, l’ampliamento dello stabilimento è oggi una realtà; l’inaugurazione dei nuovi spazi è prevista infatti per l’autunno di quest’anno. Il potenziamento produttivo è ambizioso: si passerà da 1750 a 3000 prosciutti a settimana.

L’allargamento produttivo coincide con una maggiore copertura dei mercati: l’export negli Usa, per cui si è ottenuto l’agreement nel 2016, diventerà effettivo a fine 2017 e quindi il Carpegna DOP, indiscussa eccellenza italiana, sbarcherà ufficialmente oltre oceano.

Ultima, non per importanza, l’identità stessa del Prosciutto di Carpegna DOP verrà formalizzata attraverso la pubblicazione del documento fondativo a firma del Consorzio che vedrà luce in concomitanza con la finalizzazione dell’allargamento produttivo.

Il progetto editoriale si propone di raccogliere la tradizione centenaria del prodotto, raccontandolo attraverso il suo territorio e le testimonianze delle persone che hanno contribuito, nel lontano e recente passato, alla sua esclusiva eccellenza.

La storia del Prosciutto di Carpegna, DOP unica in Italia, è quanto mai intrisa del fascino del suo territorio. Siamo nella terra di mezzo tra Emilia Romagna, Marche e Toscana.

Siamo in un parco naturale, quello dei Sassi del Simone e del Simoncello. Nel cuore del Montefeltro. E’ qui che il racconto del Carpegna prende forma.

Secondo alcune testimonianze, le prime pratiche di stagionatura del suino risalirebbero già al 1.400. La fitta area boschiva dell’omonimo monte, ricco di cerri e carpini (da cui pare derivi il nome Carpegna), offriva un ambiente ideale per la crescita graduale del suino pesante.

L’abbondanza delle riserve delle saline di Cervia invece garantiva l’ingrediente principe per la conservazione delle carni.

Il prosciuttificio di Carpegna, l’unico esistente, nasce proprio qui, in una vallata circondata da colline verdi, accarezzata dall’aria salmastra delle correnti dell’Adriatico e del Tirreno.

La produzione del Prosciutto di Carpegna si fa da artigianale ad industriale solo alla fine degli anni 60. E’ allora che sorge l’attuale prosciuttificio.

Il Consorzio Prosciutto di Carpegna DOP viene costituito il 27 Maggio 2015 come Consorzio di filiera a cui partecipano allevatori, macellatori, produttori e confezionatori del prosciutto di Carpegna riconosciuto come DOP ai sensi del reg. (UE) n. 1151/2012. Lo scopo è quello di tutelare e proteggere le caratteristiche e l’autenticità del Prosciutto di Carpegna, preservando la tradizione secolare di un prodotto unico.

L’attività del Consorzio è volta a:

1) Aiutare ed assistere i consorziati a perfezionare la produzione del “Prosciutto di Carpegna”, dando le necessarie direttive ed assistenze atte a salvaguardare la tipicizzazione e le caratteristiche particolari dello stesso.

2) Difendere e tutelare la produzione e la commercializzazione del Prosciutto di Carpegna, sia in Italia che all’estero, estenderne la conoscenza. Migliorare il prestigio e propagarne il consumo.

3) Garantire e contraddistinguere il ” Prosciutto di Carpegna” mediante il controllo delle fasi di lavorazione e mediante l’apposizione sul prodotto dei contrassegni previsti dalle vigenti disposizioni.

4) Impedire e reprimere abusi ed irregolarita’ a danno degli interessi e dei diritti del consorzio e dei consorziati, promuovere azioni giudiziarie.

5) Promuovere, favorire, organizzare e partecipare ad iniziative di qualsiasi tipo intese a valorizzare il prosciutto di Carpegna, ad accrescere la rinomanza in Italia e all’estero, aderendo eventualmente ad organizzazioni aventi scopi analoghi o complementari ed il cui conseguimento sia comunque ritenuto utile alle finalità del consorzio.

6) Sviluppare programmi di ricerca tecnologica e di sperimentazione tecnica a favore del Prosciutto di Carpegna.

Un’ artigianalità intatta nei secoli si intreccia all’opera di una natura accogliente unita a un clima favorevole e al contributo di una tecnologia avanzata ma “misurata”. Una tecnologia non invasiva, il cui intervento è strettamente limitato alla soddisfazione, puntuale e ineccepibile, degli standard qualitativi. Con questi ingredienti, il piccolo Comune marchigiano di Carpegna da sempre segue la strada della qualità.

Se la lavorazione del prosciutto ha origini antiche, nell’Italia della mezzadria, quando i suini erano allevati allo stato brado, è solo a fine degli anni 60 che sorge un vero e proprio stabilimento di produzione.

Gli alti standard qualitativi di produzione sono stati coronati con l’ottenimento nel 1996 dalla D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).

La zona di Origine – Storia di un territorio dalle caratteristiche esclusive

Siamo nella terra di mezzo tra Emilia Romagna, Marche e Toscana, nel cuore del Montefeltro. In una natura verde e forte. Secondo alcune testimonianze, qui le prime pratiche di stagionatura del suino risalirebbero già al 1.400.

La fitta area boschiva del monte Carpegna, ricco di cerri e carpini (da cui pare derivi il nome Carpegna), offriva un ambiente ideale per la crescita graduale del suino pesante.

L’abbondanza delle riserve di sale della vicina Cervia invece garantiva l’ingrediente principe per la conservazione delle carni come provvista per l’inverno.

Il prosciuttificio di Carpegna, l’unico esistente, nasce proprio qui, in una vallata circondata da colline verdi, accarezzata dall’aria salmastra delle correnti dell’Adriatico e del Tirreno. Un vero e proprio giacimento del gusto, una riserva protetta dalla DOP, una sorta di bene culturale con valori tipici dell’arte: primo tra tutti la gestualità degli artigiani.

Il territorio identificato per la lavorazione e produzione del Prosciutto di Carpegna è circoscritto al comune di Carpegna, all’interno del parco naturale dei Sassi del Simone e del Simoncello a 748 mt di altitudine dal mare.

L’artigianalità

A Carpegna, giorno dopo giorno, nove maestri salumieri si dedicano alla lavorazione di un prosciutto che riprende fedelmente le tradizioni del luogo, conservate dal lontano Medioevo intatte fino ad oggi. Ogni giorno, nel paziente silenzio dei riti del lavoro che si trasformano in arte salumiera, gesti tanto sommessi ed invisibili divengono alteri e nobili nella loro metodicità.

 

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