ECONOMIAIN PRIMO PIANOMARCHE

Nelle Marche non si arresta la crisi: fatturato in calo, crollano gli investimenti, le imprese continuano a chiudere

Nelle Marche non si arresta la crisi: fatturato in calo, crollano gli investimenti, le imprese continuano a chiudere

Presentati a Jesi il “XXI Rapporto del Centro Studi Einaudi sull’economia globale e l’Italia: “Globalizzazione addio?” e il rapporto “Trend Marche sull’artigianato e le piccole imprese”. L’economia globale in profonda trasformazione. Scompare la classe media, più poveri e meno lavoro. La crescita dell’Africa e i segnali di ripresa dell’Italia

JESI – Sistema produttivo delle Marche, il 2017 è cominciato come era finito il 2016. Con una emorragia di imprese che sembra non finire mai. Se nell’ultimo trimestre dell’anno scorso nelle Marche 3.023 aziende hanno cessato l’attività contro 1.976 iscrizioni, tra gennaio e marzo di quest’anno sono state 4.233 quelle che hanno gettato la spugna. E non sono bastati i 2.966 neoimprenditori ad invertire una tendenza negativa che si protrae ormai da quasi un decennio. Dati questi, che sono stati diffusi in occasione della presentazione del rapporto “Trend Marche sull’Artigianato e le Piccole Imprese”, che si è tenuta a Jesi nella sede di UBI Banca. Rapporto che è stato illustrato da Ilario Favaretto, Ordinario di Economia Applicata all’Università di Urbino e da Gian Luca Gregori, Pro Rettore dell’Università Politecnica delle Marche. A completare il quadro sulla situzione conomica della nostra regione e dell’Italia, ci ha pensato Giuseppe Russo, direttore del Centro Studi Einaudi, che ha presentato il “XXI Rapporto sull’Economia globale e l’Italia: “Globalizzazione addio?”.

All’iniziativa, organizzata da Ubi Banca, CNA Marche e Confartigianato Marche, hanno collaborato l’Istat, il Centro di ricerca e documentazione “Luigi Einaudi”, le Università di Urbino “Carlo Bò” e Politecnica delle Marche. Sono intervenuti il presidente di Cna Marche, Gino Sabatini e il vicepresidente di Confartigianato Marche, Giuseppe Mazzarella. I lavori sono stati conclusi da Nunzio Tartaglia, Responsabile Macro Area Centro Sud di UBI Banca.

XXI RAPPORTO EINAUDI, GLOBALIZZAZIONE ADDIO?

“Per comprendere l’evolversi delle dinamiche economiche e prevedere il futuro non basta avere la tecnologia, come hanno dimostrato, tanto per citare qualche esempio, le sbagliate previsioni nei casi Brexit e Trump”. E’ quanto affermato da Giuseppe Russo, Direttore del Centro Einaudi e coautore del volume “Globalizzazione Addio?”, nell’illustrare il XXI Rapporto del Centro sull’Economia globale e l’Italia.

SCOMPARE LA CLASSE MEDIA. PIU’POVERI E MENO LAVORO

Nel clima di incertezza destinato a caratterizzare il pianeta anche nel 2017, alcuni punti fermi: si assiste a una riduzione della classe media nei Paesi avanzati (in Usa si è ridotta in 10 anni dal 51% al 41%) scivolata per il 90% nella povertà. Nell’era del jobless, le nuove tecnologie continuano ad erodere posti di lavoro (dalla produzione alle agenzie di viaggio, dai negozi alle banche), perché si utilizza sempre più internet per acquisti e servizi e le fabbriche stanno utilizzando robot invece di operai. Dal 1999 ad oggi la produzione è aumentata del 16%, ma i salari solo del 5%. La crisi demografica e il conseguente invecchiamento della popolazione in Europa si salda con la mancata crescita e con la crisi di identità che aggrava i diversi aspetti del quadro complessivo, in una sorta di circuito infernale.

LA CRESCITA DELL’AFRICA, RICOSTITUENTE PER L’EUROPA

Un altro punto fermo è costituito dal continente Africa. In 30 anni la popolazione passerà da uno a due miliardi e già si delinea la realizzazione di una classe media destinata ad acquistare beni e servizi: se il PIL del Continente che già cresce più della media mondiale raggiungerà il 6% annuo – obiettivo realizzabile con i necessari investimenti non “di rapina” delle sole materie prime – cesserà il fenomeno emigrazione. Così l’Africa può diventare un buon ricostituente per l’Europa e per l’Italia in particolare. Mentre il Giappone vede fallire la cosiddetta “Abenomics”, la Cina continua lo sviluppo, nonostante le reiterate fosche previsioni occidentali. Mentre per Brasile, Turchia e Venezuela si profila l’ingovernabilità. Riassumendo, vi è un rischio di stagnazione globale che potrebbe durare decenni.

ITALIA, SEGNALI DI RIPRESA

E passiamo all’Italia. Con una sorprendente novità. La previsione del PIL 2017 (più 0,7%) fatta dal Fondo monetario internazionale potrebbe essere rivista al rialzo. I segnali di ripresa sono più diffusi: l’agricoltura è diventata la prima in Europa (in parte anche grazie all’effetto – Expo), le esportazioni e la stessa occupazione sono in crescita, la vendita di auto è aumentata del 13 – 14%, il turismo segna più 12%, le start – up sono passate dalle 479 del 2013 alle 6.097 di metà 2016. Tuttavia non si vede ancora la ripresa degli investimenti immobiliari. Devono riaprire i cantieri.

Questo  il quadro di  indubbio interesse riportato dal curatore del Rapporto, Mario Deaglio, professore emerito di Economia Internazionale, presso l’Università di Torino, in collaborazione con altri esperti: Giovanni B. Andornino, Giorgio Arfaras, Gabriele Guggiola, Paolo Migliavacca, Anna Paola Quaglia, Giorgio Vernoni e Giuseppe Russo.

LE IMPRESE DELLE MARCHE, I DATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2017

“Calano le aziende tradizionale, in aumento quelle innovatice e dei servizi”

Tra gennaio e marzo 2017 hanno cessato l’attività 4.233 imprese e hanno aperto i battenti in 2.966, con un saldo negativo di 1.267 unità. Da solo l’artigianato perde 409 imprese. A diminuire sono soprattutto le imprese gricole, -514) seguite da quelle del commercio (258 in meno) e delle costruzioni (-188).  Il manifatturiero  perde 138 imprese. La perdita di imprese del primo trimestre 2017 si concentra tra le attività calzaturiere (-54 unità) seguite dalla meccanica nel suo complesso (-44) e poi dal legno e mobile (-26).Cala il numero delle imprese anche nei trasporti (-37) e nei servizi di alloggio e ristorazione (-64).

Cresce, invece, il numero di imprese attive in tutta una serie di servizi, generalmente ad alto contenuto di conoscenza; ciò indica che il terziario della regione respira ormai l’aria della ripresa: in particolare i servizi di informazione e comunicazione (+24 imprese attive), quelli delle attività immobiliari (+60), delle attività professionali e di consulenza (+59), dei servizi di supporto alle imprese e della ricerca di personale (+34), delle attività artistiche e sportive (+19). In complesso, si tratta di oltre 200 imprese in più attive nel terziario avanzato.

Prosegue il processo di ammodernamento e strutturazione del tessuto di imprese della regione che si configura nel ruolo crescente delle forme giuridiche più avanzate e innovative, quali le società di capitali  che aumentano ancora di 186 unità e sfiorano ormai quota 40mila imprese registrate, un quinto del totale imprese. Continua invece il calo delle imprese individuali (-1.219) e delle società di persone (-205).

La riduzione del numero di imprese riguarda tutto il territorio regionale, a cominciare da Macerata (-337) e Pesaro Urbino (-311). La provincia di Ancona perse 298 aziende, seguita da Fermo (-187) e Ascoli Piceno (-134).

Il rilancio delle attività edili che – si sostiene nel rapporto Trend Marche – si può prevedere in corrispondenza alla fase di ricostruzione delle aree terremotate, dovrebbe però portare a una ripresa diffusa anche alle attività manifatturiere e di servizio. A condizione che vi sia adeguato sostegno al credito e all’innovazione, oltre che tutela del made in Italy e semplificazione burocratica.”

 “TREND MARCHE”, IN CALO NEL 2016 FATTURATO E INVESTIMENTI DELL’ARTIGIANATO E DELLE PICCOLE IMPRESE

Cala il fatturato e crollano gli investimenti. Per le imprese artigiane e le piccole imprese delle Marche il 2016 è stato un anno da dimenticare. Secondo l’Osservatorio Trend Marche, i ricavi sono diminuiti dello 0,9 per cento dopo che nel 2015 erano aumentati del 3,9 per cento. Questo è avvenuto soprattutto per effetto della diminuzione del fatturato conto terzi (-2,9 per cento).

“A preoccupare, in prospettiva futura, non è tanto la contrazione dei ricavi – ha precisato Ilario Favaretto dell’Università degli Studi “Carlo Bò” di Urbino – quanto il crollo degli investimenti che in dodici mesi sono scesi del 40,7 per cento. In territorio negativo anche le spese per  consumi (-8,6 per cento) il  che significa che anche la produzione ha perso colpi. Resta positiva solo la dinamica delle spese per le retribuzioni (+2,8%) ma nel 2015 avevano avuto un balzo in avanti del 15,7 per cento”.

Guardando al fatturato dei diversi settori si ha un calo dell’1,2% nei servizi e dello 0,7% nelle costruzioni, mentre i ricavi nel comparto manifatturiero salgono dello 0,2%. Tra i settori manifatturieri in ribasso il fatturato nel mobile (-1,3) e nella meccanica (-1,1) e in lieve rialzo nel tessile abbigliamento (+1,6).  Nel terziario, bene i trasporti (+1,5) e i servizi di ristorazione e turismo (+1,6). Male i servizi a persone e famiglie (-0,4) e tutti gli altri servizi (-2,6).

 TREND MARCHE, FOCUS SU INNOVAZIONE E PICCOLE IMPRESE

Gli Artigiani sono i principali attori dei processi innovativi”

Nelle Marche, il 38,3% delle imprese innova. Oltre un terzo delle imprese innovatrici (38,8%) ha introdotto un prodotto o servizio che costituisce una novità per il mercato di riferimento, mentre il 16,9% ha introdotto un prodotto che rappresenta una novità per il mercato internazionale. Nella nostra regione il 22,9% delle imprese ha portato a termine con successo il processo di innovazione e nel 31% dei casi l’innovazione riguarda i prodotti (26% in Italia). Per quanto riguarda le modalità di sviluppo dell’innovazione, nell’80% delle imprese marchigiane questa avviene all’interno dell’azienda, rispetto ad una media nazionale del 77,8%. Tra le imprese che non hanno innovato, il 79,2% non lo ha fatto, perchè non interessato, mentre il 20,8% avrebbe voluto farlo, ma è stato scoraggiato dagli ostacoli eccessivi incontrati lungo questo percorso. In particolare, dalla difficoltà di ottenere sostegno pubblico e finanziamenti bancari.

“Dal focus tra gli imprenditori – ha sostenuto Gian Luca Gregori, Pro Rettore dell’Università Politecnica delle Marche – è emerso che nelle Marche gli artigiani sono i principali attori dei processi innovativi. Innovazione che nasce dalle esigenze del settore nel quale gli artigiani operano, dalle sollecitazioni dei clienti, dalle proposte dei fornitori. Innovazione che si sviluppa dalla collaborazione con il personale aziendale, con enti di ricerca e università. Da sottolineare il fatto che gli artigiani dei settori più tradizionali hanno capito che la digitalizzazione è fondamentale per progredire ed essere competitivi sui mercati”.

A conclusione dei lavori, Nunzio Tartaglia, responsabile Centro-Sud Ubi Banca, ha sottolineato che “il 2016 è stato in Italia il secondo anno di ripresa economica in termini di PIL, occupazione, produzione industriale e consumi e nel 2017 si prevede che questa dinamica continui. Purtroppo le Marche sembrano non pienamente allineate a questo trend e più che di ripresa possiamo solo parlare di arresto del declino. La forte concentrazione nel settore manifatturiero e l’elevata frammentazione sia a livello istituzionale che in termini di dimensione aziendale rappresentano forse le principali ragioni alla base di questi risultati”.

I DATI STATISTICI

 MARCHE, LE IMPRESE NEL I trimestre 2017

  iscritte cessate saldo tot imprese registrate Tasso di crescita

I trim 2017*

Tasso di crescita

I trim 2016*

TOTALE IMPRESE 2.966 4.233 -1.267 171.088 -0,67% -0,57%
DI CUI ARTIGIANE 941 1.350 -409 45.874 -0,88% -1,21%

* Calcolato sulle cessate al netto delle cancellate d’ufficio

 

LE IMPRESE ATTIVE NEI PRINCIPALI SETTORI AL I TRIM. 2017 RISPETTO AL I TRIM. 2016 

  IV – 2016 I – 2017 Variazione Assoluta Variazione%
Agricoltura  pesca estrazioni 27.828 27.314 -514 -1,8
Manifatturiero 19.458 19.320 -138 -0,7
Costruzioni 20.692 20.504 -188 -0,9
Energia elettrica, gas 481 493 12 2,5
acqua e rifiuti 294 297 3 1,0
Commercio 36.717 36.459 -258 -0,7
Trasporti 3.991 3.954 -37 -0,9
Alloggio e ristorazione 9.721 9.657 -64 -0,7
Servizi di informazione e comunicazione 2.725 2.749 24 0,9
Attività finanziarie e assicurative 3.144 3.125 -19 -0,6
Attività immobiliari 6.826 6.886 60 0,9
Attività professionali e di consulenza 4.919 4.978 59 1,2
Servizi supporto imprese, ricerca personale, ecc. 3.722 3.756 34 0,9
Attività artistiche e sportive 2.144 2.163 19 0,9
Sanità e altri servizi sociali 806 815 9 1,1
Altri servizi 6.834 6.798 -36 -0,5

LE IMPRESE PER RAGIONE SOCIALE NEL I TRIM. 2017     

  iscritte cessate saldo tot imprese registrate compos.

%

Società di capitale 724 538 186 39.575 23,1
Società di persone 253 458 -205 32.248 18,8
Imprese individuali 1.944 3.163 -1.219 95.279 55,7
Altre forme 45 74 -29 3.986 2,3
Totale 2.966 4.233 -1.267 171.088 100,0

 

LE IMPRESE NELLE PROVINCE AL 2016

iscritte cessate saldo Imprese compos.
registrate %
Ancona 887 1.185 -298 46.226 27,0
Ascoli Piceno 406 540 -134 24.502 14,3
Fermo 344 531 -187 21.226 12,4
Macerata 678 1.015 -337 38.370 22,4
Pesaro e Urbino 651 962 -311 40.764 23,8
MARCHE 2.966 4.233 -1.267 171.088 100,0

LE IMPRESE MARCHIGIANE TRA IL 2015 E IL 2016

TRIMESTRE iscritte cessate saldo
1 trim 2015 3.003 4.397 -1.394
2 trim 2015 2.490 1.645 845
3 trim 2015 1.965 1.490 475
4 trim 2015 2.147 2.643 -496
Totale 2015 9.605 10.175 -570
1 trim 2016 3.208 4.409 -1.201
2 trim 2016 2.649 1.822 827
3 trim 2016 1.682 1.516 166
4 trim 2016 1.976 3.023 -1.047
Totale 2016 9.515 10.770 -1.255
1 trim 2017 2.966 4.233 -1.267

 MARCHE, LE IMPRESE MANIFATTURIERE ATTIVE

  2016

IV trim

2017

I trim

Variazione

Assoluta

Variazione

%

compos.

%

Industrie alimentari 1694 1686 -8 -0,5 8,7
Industria delle bevande 95 94 -1 -1,1 0,5
Industria del tabacco 0 0 0 0,0
Industrie tessili 424 420 -4 -0,9 2,2
Confezione di articoli di abbigliamento 1891 1887 -4 -0,2 9,8
Fabbricazione di articoli in pelle e simili 3863 3809 -54 -1,4 19,7
Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 1067 1048 -19 -1,8 5,4
Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 198 200 2 1,0 1,0
Stampa e riproduzione di supporti registrati 499 501 2 0,4 2,6
Prodotti petroliferi 7 7 0 0,0 0,0
Fabbricazione di prodotti chimici 141 148 7 5,0 0,8
Fabbricazione di prodotti farmaceutici 10 10 0 0,0 0,1
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 592 588 -4 -0,7 3,0
Prodotti non metalliferi 537 532 -5 -0,9 2,8
Metallurgia 95 96 1 1,1 0,5
Fabbricazione di prodotti in metallo 2612 2587 -25 -1,0 13,4
Prodotti elettronici 325 323 -2 -0,6 1,7
Fabbricazione di apparecchiature elettriche, ecc. 481 474 -7 -1,5 2,5
Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 790 782 -8 -1,0 4,0
Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 75 76 1 1,3 0,4
Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 330 326 -4 -1,2 1,7
Fabbricazione di mobili 1412 1405 -7 -0,5 7,3
Altre industrie manifatturiere 1405 1389 -16 -1,1 7,2
Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine, ecc. 915 932 17 1,9 4,8
TOTALE Attività manifatturiere                                      19.458 19.320 -138 -0,7 100,0

Fonte: Elaborazione Centri Studi Cna e Confartigianato Marche su dati Infocamere

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