L’importanza di promuovere al meglio un territorio unico ed il suo vino
L’importanza di promuovere al meglio un territorio unico ed il suo vino
Dal Festival Franciacorta, organizzato a Pesaro, significative indicazioni anche per gli operatori della nostra regione
di GIUSEPPE CRISTINI*
PESARO – Nelle colline pesaresi verso Trebbiantico, nelle splendide sale di Villa Cattani Stuart, si è svolto per la prima volta a Pesaro il Festival del Franciacorta .
Un pubblico oceanico e festoso ha salutato, ed ha partecipato a questo festival itinerante, organizzato dal Consorzio del Franciacorta.
Franciacorta è un brand ed è noto in tutto il mondo, perché rappresenta una terra che ha saputo esprimere una tipologia di vino differente, “la bollicina per eccellenza”. E non conta quanto il consumatore, percepisca la differenza tra un extra-brut un Saten o un millesimato; ciò che conta è che é “figo” bere un Franciacorta con gli amici a pranzo, o a cena, o stapparlo per una serata Vip.
Punti di forza di questo brand, sono: l’informazione al consumatore, e la promozione del Franciacorta, quale espressione prima di un territorio e poi di un vino e di un metodo di produzione
E invece nelle Marche, si continua a puntare ancora sul vitigno e (penso al Verdicchio), piuttosto che sul fascino del terroir e (penso ai Castelli di Jesi) che rappresentano un territorio unico e non solo una entità vino. Chi non si é accorto di questo, vuol dire che è miope ed inadeguato a fare marketing.
Va da se poi che ho bevuto un sorso di piacevolezza dove i produttori del Franciacorta sanno osare e dove questo consorzio, ( aiutato da validi esperti ) sa veramente fare marketing e promozione, e dove i produttori vanno tutti insieme, cogliendo che è il brand che conta, e non il singolo vignaiuolo.
I numeri del Franciacorta parlano chiaro 116 cantine con un export che nel 2016 ha registrato un aumento del 15%.
Giappone, Svizzera, Stati Uniti e Germania i paesi di maggior riferimento. Addirittura in Giappone si è arrivati nell’ultimo anno, ad un incremento di oltre 22% .
Paesi quindi, che possono pagare il vino, che lo sanno apprezzare e che lo sanno amare.
Unica pecca, se la vogliamo trovare: pochi produttori presenti dietro ai tavoli, sostituiti da una miriade di validi sommelier. Per il resto, ottima organizzazione e successo annunciato.
*Narratore del gusto e della bellezza
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