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Piergiorgio Fabbri: “Difendiamo le preziose acque profonde dell’Appennino marchigiano”

Piergiorgio Fabbri: “Difendiamo le preziose acque profonde dell’Appennino marchigiano”

di PIERGIORGIO FABBRI*

ANCONA – Mercoledì prossimo in consiglio regionale approderà una modifica di legge, proposta da Biancani (PD), che consentirà di utilizzare le acque profonde del nostro Appennino a cui appartengono quelle del prezioso pozzo del Burano di Cagli e dei due pozzi di Sant’Anna e San Lazzaro ubicati alle porte di Fossombrone: con la modifica se da un lato si intende istituire un elenco di acque considerate “riserve strategiche”, dall’altro, nell’attesa della stesura di questo elenco (per il quale si rischia di attendere anni, vista la lentezza della macchina regionale), si consente il loro utilizzo per esigenze idropotabili.

Quando fu realizzato nei primi anni ’90 il pozzo del Burano, la società Aquater predispose una rete di monitoraggio di circa 30 punti, affidando al comune di Cagli la raccolta dei dati e l’esecuzione dello studio per capire quanta acqua potesse essere utilizzata (l’acqua che sgorga spontaneamente con forza dal pozzo è piovuta sui nostri monti quindici anni prima !); dello studio però non se ne seppe mai nulla e dopo oltre 20 anni siamo ancora al punto di partenza. Analogamente per i pozzi Sant’Anna e San Lazzaro, il dott. Gattoni ha affermato che esistono studi iniziati nel 2012, ma che non sono ancora conclusi, poiché necessitano di approfondimenti…. Ho chiesto di visionare gli studi finora fatti e di poter analizzare i dati finora raccolti, visto che ufficialmente non esiste nulla (chissà perché?), e mi recherò personalmente all’Università di Ancona per parlare con il prof. Nanni che in regione ci ha informato sulla questione, per capire cosa si sia fatto finora (fortunatamente sono un geologo).

Siamo evidentemente alle solite: quando a pagare è “pantalone” (cioè noi cittadini che sosteniamo costi trai i più alti in Italia per la bolletta dell’acqua), i tempi si allungano, le cose si complicano, i costi aumentano ed i risultati non arrivano !! Ma che importa… intanto si prendono altra “acqua buona”, poi vedranno se causano danni alle falde, senza preoccuparsi se le perdite provocate dai fori presenti nei nostri troppo vecchi acquedotti richiedono forti investimenti economici per molti anni futuri (perdiamo quasi il 40% dell’acqua che scorre nelle tubazioni), che rischiano di aumentare la salatissima bolletta che già paghiamo…

La questione è complessa, e richiederò con forza l’istituzione di un tavolo tecnico composto dai Comuni dell’entroterra (da cui proviene la preziosa risorsa acqua), la Provincia (tramite l’AATO1) e la Regione per definire le problematiche e lo stato dell’arte sull’intero ciclo integrato delle acque. Nel frattempo, mi opporrò a questo pericoloso emendamento, chiedendone in prima istanza la soppressione e subordinatamente la modifica, per evitare lo sfruttamento “al buio” della risorsa strategica costituita dalle nostre acque profonde appenniniche.

*Consigliere regionale Movimento 5 Stelle

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