CULTURAIN PRIMO PIANOMARCHE

Si va verso un manifesto per la Cultura delle Marche

Si va verso un manifesto per la Cultura delle Marche

Si va verso un manifesto per la Cultura delle Marche di MASSIMO BELLUCCI

CULTURA, PAROLA COMPLICATA PROPRIO perché si pensa di sapere facilmente significa. Parola insidiosa perché mette apparentemente tutti d’accordo. Chi è contrario alla cultura? Tutti a dire che è importante.

C’è una cultura fatta da persone non famose, a cui pochi dicono grazie, che creano bellezza silenziosamente.

Ad Avacelli di Arcevia c’è una biblioteca che non è costata un euro di denaro pubblico, regolarmente aperta.

A Filottrano c’è un gruppo di giovani di varie età che organizza un evento intitolato: tra lume e scuro, storie di sibille, streghe e altre paure, raccontate nel museo del biroccio, tra il santo e la pupa. Nella penombra. Nell’indifferenza delle istituzioni.

A Senigallia c’è un gruppo di ragazzi che tiene in vita una vecchia cascina di campagna facendone sede di eventi musicali. Quante ce ne saranno nella regione? Senza supporti o aiuti di sorta. A volte quasi ostacolati.

Una recente ricerca della Politecnica delle Marche ha coinvolto diversi stranieri residenti stabilmente nella nostra regione. E’ stato chiesto cosa apprezzano nel paesaggio. Oltre, prevedibilmente, alle celebri “dolci colline”, sono entrati nel dettaglio. Una delle cose più apprezzate sono gli stradelli bianchi che solcano come linee di pennello le colline, questo intreccio di stradine. Riusciamo ancora, noi marchigiani, a vederle, tra il grano che cresce e la quercia che resiste?

Il mare a un quarto d’ora, le montagne a un quarto d’ora. Questo il pensiero di una ragazza sulla bellezza di abitare a Corinaldo.

Riusciamo a vedere la bellezza del paesaggio anche quando non è la giornata nazionale del paesaggio?

Cultura messa in crisi dalla retorica e dall’indifferenza, prima ancora che dai tagli.

Serve un manifesto della cultura.

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