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Fabbri: “Una filiera agro-industriale della canapa può contribuire a rilanciare l’occupazione nelle Marche”

Fabbri: “Una filiera agro-industriale della canapa può contribuire a rilanciare l’occupazione nelle Marche”

Fabbri: "Una filiera agro-industriale della canapa può contribuire a rilanciare l’occupazione nelle Marche"di PIERGIORGIO FABBRI*

OSIMO – Dall’incontro di ieri (organizzato dal gruppo consiliare del M5S Marche) con l’on. Fillippo Gallinella (commissione agricoltura della camera M5S), il dott. Marco Antonini (ricercatore ENEA e presidente di Arianne – Consorzio Internazionale per le fibre tessili naturali), la dott.sa Glenda Giampaoli (direttrice del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco), “l’agritetto” Antonio Trionfi Honorati (allevatore e canapicoltore marchigiano) e la presenza del sottoscritto, sono emersi numerosi spunti molto interessanti circa la possibilità di realizzare una filiera agro-industriale della canapa sul territorio marchigiano. Tale necessità è originata dal fatto che il settore cerealicolo è in chiara difficoltà strutturale, ed occorre puntare su prodotti di qualità per mercati che consentano di ottenere maggior valore aggiunto dai prodotti.

Per prima cosa abbiamo illustrato la nuova normativa nazionale che permette ora di coltivare la Canapa Sativa con regole più chiare e certe, alla quale si aggiunge una proposta di legge regionale che ho recentemente depositato al fine di coinvolgere la Regione, l’ASSAM, il CRA e la banca del germoplasma nella costituzione della filiera.

Successivamente i relatori hanno ripercorso la storia della canapa in Italia ed hanno elencato gli utilizzi possibili della stessa in campo alimentare, edilizio, tessile, ambientale, cosmetico. All’estero il settore è molto più sviluppato rispetto alle realtà italiane ma le condizioni agronomiche ed industriali, oltre che di mercato, sono molto differenti dalle nostre e non è possibile replicare tout court i modelli transfrontalieri. Abbiamo quindi analizzato le problematiche esistenti, di natura procedurale e soprattutto economica, che occorre superare per la realizzazione di una filiera che costituisca reale volano di rilancio dell’agricoltura e dell’occupazione nella nostra regione, pensando allo sviluppo di un modello adatto alle nostre realtà produttive e di mercato.

Dalla discussione avuta con i presenti (agricoltori, canapicoltori, imprenditori), si è sottolineata l’importanza di creare filiere e mercati locali (destinati ad ampliarsi ed interconnettersi anche a livello interregionale) che valorizzino contemporaneamente sia il settore alimentare (per il quale esistono già numerosi esempi molto promettenti), sia il settore tessile, di concerto con quello edilizio.

Particolare difficoltà si incontra nella produzione della “fibra lunga” destinata al settore tessile di qualità, a causa dell’assenza di tecnologia meccanica efficiente nell’ottenimento di un prodotto realmente appetibile dal punto di vista industriale. Su questo aspetto sta partendo un progetto pilota che entro un paio di anni potrebbe produrre un prototipo replicabile all’interno delle filiere territoriali. Viceversa la realizzazione di “fibra corta” e di “canapulo” risulta meno critica anche per l’esistenza di un impianto di lavorazione in Puglia (il problema è più che altro di costi per il trasporto dei materiali).

E’ infine emersa la volontà di dedicare concrete energie e risorse al settore, verso il quale esiste una forte fiducia di successo da parte di agricoltori ed imprenditori dei settori coinvolti.

*Consigliere regionale Movimento 5 Stelle

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