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A tutela del Monte Catria, parco naturale delle Marche

A tutela del Monte Catria, parco naturale delle Marche

A tutela del Monte Catria, parco naturale delle Marche

di FABIO TAFFETANI*

Condivido pienamente le preoccupazioni espresse da varie associazioni marchigiane che si occupano di ambiente sul progetto di nuove piste da sci sul Monte Catria. Ma è scandaloso anche il fatto che dovrebbe essere un argomento di interesse generale, della politica, degli amministratori, del mondo culturale ed economico, oltre che di tutti i cittadini (non ultimo del mondo dell’informazione!).

Stabilito che, anche senza tener conto dell’ormai evidente tendenza del cambio climatico, non c’è nessun beneficio già oggi nel turismo invernale attuato con gli impianti di risalita!

Per chi vuole ho già raccolto i risultati di uno studio accurato (anche se non ancora pubblico) dal punto di vista economico ed ambientale che dimostra chiaramente l’insostenibilità di questi impianti in tutto il tratto appenninico umbro-marchigiano.

E non si tratta solo di soldi completamente buttati a favore di pochi furbi, ma di danni ambientali, spesso irrimediabili, per tutti e, soprattutto, di un pessimo uso delle poche risorse che arrivano alle aree montane e che, oltre a non creare alcun volano positivo, aggravano negativamente le poche opportunità di sostegno al turismo delle aree interne (dando consistenti fondi pubblici a poche persone, anziché distribuire pacchetti di risorse a tanti operatori che ne potrebbero beneficiare, come sarebbe necessario in una economia di piccole e capillari imprese disseminate nel territorio montano).

Evidentemente tutte le discussioni che si sono moltiplicate nei media locali e nazionali sulle problematiche dell’abbandono fisico, economico e culturale che molti cittadini e politici hanno scoperto in seguito agli eventi del terremoto, non sono servite a nulla!

Oltre al danno, ora arriva anche la beffa! Prima del terremoto una proposta come questa poteva passare inosservata (agli occhi del grande pubblico e degli organi di informazione), ma ora che ci siamo resi conto delle colpevole miopia delle politiche per le zone montane, il silenzio non è più tollerabile!

Data l’esperienza del passato (con  procedimenti scandalosi, come quello relativo agli impianti del Monte Carpegna), non è sufficiente chiedere un semplice processo di Valutazione di incidenza (che comunque è obbligatorio), ma una discussione pubblica, aperta a tutti, e che coinvolga tecnici ed esperti chiamati anche dalle associazioni ambientaliste.

*Ordinario di Botanica sistematica – Direttore Orto Botanico “Selva di Gallignano”  – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Politecnica delle Marche

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