PESARO & provinciaSPETTACOLI

L’emozione del pianista Michele Campanella, tornato dopo 12 anni ad esibirsi a Pesaro

L’emozione del pianista Michele Campanella, tornato dopo 12 anni ad esibirsi a Pesaro

L'emozione del pianista Michele Campanella, tornato dopo 12 anni ad esibirsi a Pesaro

 

L'emozione del pianista Michele Campanella, tornato dopo 12 anni ad esibirsi a Pesarodi PAOLO MONTANARI

PESARO – “Sono emozionato, di suonare di nuovo al teatro Rossini, dopo 12 anni, e anche quella volta con Monica Leone, che poi è divenuta la compagna della mia vita e che mi ha dato due figli. Quella volta presentammo la Petite Messe Solennelle di Rossini, questa sera abbiamo dedicato al numeroso pubblico presente in teatro, nella serata di San Valentino, un programma molto ricco che va da Mozart a Rachmaninov”.Sono le parole del maestro Michele Campanella, 50 anni di piano alle spalle, con successi in tutti i teatri del mondo. Campanella accanto alla sua allieva,ora grande pianista e moglie, hanno eseguito un meraviglioso concerto a due mani, dove la difficoltà tecnica di distinguere il tema principale dall’armonia, che bipartisan si sono divisi i due pianisti, è stato il filo conduttore per questa particolare esecuzione, abbastanza rara nelle sale da concerto.

E Michele Campanella ha voluto spiegare, una guida all’ascolto molto significativa, i passaggi dei vari brani eseguiti. Si è iniziato con il genio di Mozart e in particolare con la Sonata in do maggiore KV 497, forse la meno celebre del genio salisburghese, ma già ricca nei suoi movimenti, di quelle suggestioni musicali, di quei passaggi dai pianissimi ai forti, nella ricchezza cromatica espressa dal pianoforte. Monica Leone, che per la serata ha svolto il ruolo di solista, non utilizzando il pedale, si è trovata in perfetto equilibrio con Michele Campanella, che ha profuso accenti armonici squisiti, in tal caso vicini alla struttura sinfonica. Con il Duetto op.62 di Mendelsshon, la musica ha acquistato un nuovo indirizzo, una quiete armonica, che domina nella breve composizione.

E qui Campanella, intercalando anche battute provenienti dal gergo napoletano, ha evidenziato come Mendelsshon, figlio di ricchi mercanti tedeschi, sia stato una delle poche eccezioni di musicista che ha vissuto nel benessere e che questo aspetto sociale si sia riflettuto nella sua opera. Un lungo salto nella storia della musica e Campanella-Leone, hanno eseguito la Petite Suite a 4 mani  di Debussy. Una musica dai toni impressionistici, dove i riflessi dell’acqua sono centrali nella suite, un’opera simbolo della produzione di Debussy. E il concerto non poteva concludersi che con un omaggio a Rossini, in una trascrizione di un coimpositore americano M. Gottschalk dell’Ouverture de Guillaume Tell grand Marceau de concert a 4 mains. Il ritmo rossiniano della celebre Ouverture rimane, anche se sono evidenti delle trasformazioni ritmiche che rendono ancora più contrastanti e di difficile esecuzione l’omage rossiniane.

(Le foto sono di Marta Fossa)

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it