CULTURAPESARO & provincia

Il pesarese Cesare Esposito, primo corno dell’Orchestra diretta da Toscanini

Il pesarese Cesare Esposito, primo corno dell’Orchestra diretta da Toscanini

Il ricordo di un lontano Natale vissuto a Montevideo per trasmettere il valore educativo della musica

Il pesarese Cesare Esposito, primo corno dell'Orchestra diretta da Toscanini di PAOLO MONTANARI

PESARO – Lo sapevate che il primo corno del teatro alla Scala, riaperta, dopo i bombardamenti, nel 1947, sotto la direzione di Arturo Toscanini, era un pesarese? Il suo nome Cesare Esposito. Di questo maestro riservato, garbato e dai modi gentili, sono rimasti, nella casa abitata dalla amata moglie Renza, un pianoforte, dove teneva delle lezioni agli studenti del conservatorio, dei quadri, perché Esposito amava dipingere soprattutto i ritratti dei grandi musicisti, come Beethoven e Rossini e un ricco epistolario con artisti di tutto il mondo.

Un’amicizia particolare con l’altra illustre artista pesarese, il soprano Renata Tebaldi, che Esposito conobbe proprio a Milano, in un dopo guerra drammatico. La Tebaldi, voce d’angelo per Toscanini, fu una sincera amica di Cesare Esposito. E dopo tanti anni i due si rividero a Pesaro, quando il grande soprano ricevette la cittadinanza onoraria nella sala del Consiglio comunale, e Esposito, come nel film di Fellini, Ginger e Fred, andò a stringere la mano a questa amica, con cui collaborò,in qualità di orchestrale, in molti allestimenti lirici che sono passati nella storia della musica. Ma lui Cesare Esposito, meridionale, come tanti giovani del suo tempo, fece le valige, che erano spesso di cartone, per intraprendere gli studi musicali. Pesaro è stata una città crocevia per Esposito e la sua amata Renza, compagna di viaggi, di tournee, consigliera preziosa ed ora testimone, con premi e beneficenze e aiuto ai più poveri, del valore educativo della musica. Uno dei Natali più belli che vissero Cesare e Renza fu a Montevideo, dove il maestro Esposito suonava nella locale orchestra sinfonica. L’amore per le tradizioni musicali latine e sud americane, rimasero un punto fermo nella sua cultura e in quella di Renza.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it