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Successo immediato per Sguardi d’innocenza, l’ultimo libro dello scrittore e poeta Roberto Sarra

Successo immediato per Sguardi, l'ultimo libro dello scrittore e poeta Roberto SarraSuccesso immediato per Sguardi d’innocenza, l’ultimo libro dello scrittore e poeta Roberto Sarra

Abbiamo intervistato il presidente del Worldbook 2106 di Pesaro

Successo immediato per Sguardi, l'ultimo libro dello scrittore e poeta Roberto Sarra

Successo immediato per Sguardi, l'ultimo libro dello scrittore e poeta Roberto Sarradi PAOLO MONTANARI

PESARO – E’ in libreria da pochi giorni, ed ha già venduto 4.500 copie, il romanzo dello scrittore Roberto Sarra, SGUARDI D’INNOCENZA, (Pegasus Edit.), presidente del Worldbook 2016 svoltosi a Pesaro recentemente con grande successo di pubblico.

Roberto Sarra, di origine romagnola, è scrittore, poeta, critico letterario,ed editore. Autore di numerose canzoni fra cui la popolafre canzone la NOTTE ROSA, che domina lungo la costa marcoromagnola nel periodo estivo. Vincitore di Premi Letterari nazionale e Internazionali tra i quali il prestigioso IL MOLINELLO che annovera tra le sue fila i più grandi autori italiani (Premio per la Narrativa Inedita). E’ ideatore dei premi internazionale di Cattolica, Montefiore Conca e Premio Golden di San Marino, Numerose sue opere sono state tradotte in varie lingue. Ha collaborato in qualità di critico per i testi inediti con la giuria del FESTIVAL SOTTO LE STELLE  sotto la presidenza di Mogol e la direzione artistica del maestro Vince Tempera.

Professor Sarra, perché ha scritto un romanzo sulle storie difficili legate all’infanzia?

“Vorrei partire da una frase che ho messo prima dell’introduzione al libro: ” Non vi è nulla di più vile che spegnere il sorriso, a colui che si appresta, ad affrontare la propria pagina di esistenza”. Questo romanzo nasce da episodi che ho vissuto personalmente nelle corsie dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dove ho potuto vedere la sofferenza dei bambini nel reparto di oncologia. E mi sono chiesto, visto che già stavo maturando SGUARDI D’INNOCENZA, come un percorso dolo roso, una via crucis, fra l’infanzia abbandonata, le creature che santa Teresa di Calcutta prediligeva insieme agli anziani indifesi, che la cosa più triste che si poteva chiedere a qui bambini ricoverati, era di rinunciare a quel magico regno delle fiabe, che diventava per loro un improvviso dissolversi nel nulla. Allora ho capito in quelle corsie di ospedale, fra le sofferenze degli adulti, delle malattie dei loro figli, quanto sia illusorio il nostro atteggiamento di genitori, che vorremmo tutto e subito dai nostri figli. Sbagliamo perché vi sono attimi più belli, che ci sfuggono inesorabilmente, come sabbia tra le dita, lasciandoci orfani nostalgici di momenti nostri e con i nostri figli, che non si ripeteranno più”.

Ma lei nel suo romanzo, parla di prostituzione minorile, del famoso pappagallo verde, che bambini – kamikaze lanciano in mezzo alla gente, portando alla distruzione e al dramma ormai quotidiano, della vendita degli organi. Vuole dunque essere un romanzo di denuncia SGUARDI D’INNOCENZA?

“Il libro vuole essere un grande omaggio all’infanzia a tutto ciò che ancora si conserva nella purezza e nello splendore che la natura ci offre ogni giorno. Si impegna in alcuni particolari passaggi ad assumere un tono di severa denuncia sociale, entrando nei meriti di situazioni deprecabili dando anima e voce ai pensieri di coloro che sono protagonisti delle relative storie, di cui lei ha fatto riferimento, intrise di una smodata sofferenza. Il libro si vuole trasformare in un gigantesco megafono pronto ad urlare al mondo intero, tutto lo sdegno e il dolore di un’infanzia umiliata. Un esercito di bambini piegato da una società ingorda che macchiandosi durante il corso della storia di imperdonabili nefandezze, getta discredito sull’intera razza umana, lasciando in bocca, il sapore amaro della desolazione, a tutti coloro che saranno destinati in un futuro prossimo a prenderne ol posto ed a proseguirne il cammino in quella grande avvenutra che è la vita”.

Dunque il suo romanzo non si può confondere con un reportage giornalistico   o un vademecum statistico delle povertà dell’infanzia?

“Assolutamente no. L’opera si risolve in un viaggio prevalentemente introspettivo che si inerpica tra i sentieri dell’animo e della mente in quella avventura che è l’età dell’oro, dove i valori umani offrono il miracolo dell’esistenza”.

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