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“Nessuno vuole dimenticare la tragedia di Marcinelle”

 

“Nessuno vuole dimenticare la tragedia di Marcinelle”

A Bellisio Solfare ed a Cabernardi le commemorazioni promosse dalla Regione e dai maestri del lavoro

60marcinelle_cabernardi_01 60marcinelle_cabernardi_02 60marcinelle_cabernardi_03 60marcinelle_cabernardi_04 60marcinelle_cabernardi_05 60marcinelle_cabernardi_06 60marcinelle_cabernardi_07PERGOLA – Sessantanni dopo per non dimenticare. Il disastro di Marcinelle, dove persero la vita dodici minatori marchigiani è ancora molto vivo nella memoria e oggi a Bellisio Solfare nel Comune di Pergola e a Cabernardi nel Comune di Sassoferrato si è svolta una cerimonia commemorativa promossa e organizzata dalla Regione Marche e dalla Federazione regionale dei Maestri del lavoro. Due luoghi simbolo scelti per il ricordo del sacrificio di quei minatori attraverso una targa: la raffineria di zolfo a Bellisio Solfare, presso la ex scuola elementare e a Cabernardi nel sito di quella che era la più grande miniera di zolfo d’Europa e ora unico Parco archeominerario della regione, da poco recuperato alla fruibilità.

“Perpetuare il ricordo di quella tragedia – ha affermato il presidente della Regione , Luca Ceriscioli – e trasmetterlo alle nuove generazioni  significa non vanificare il sacrificio di quelle vittime , anzi rendere loro onore affermando i valori della sicurezza e della dignità del lavoro, perché  siano monito ma anche responsabilità per tutti a garantire condizioni di sicurezza e a pretenderle. Il ricordo dell’8 agosto 1956 e dell’incendio di Marcinelle è rimasto molto saldo nella memoria collettiva marchigiana, forse molto più di altri eventi tragici.  Erano anni lontani e difficili del dopoguerra e in tanti partivano per andare a lavorare all’estero, per sostenere le loro famiglie e dare un futuro alla Nazione.  Ecco allora che questo ricordo ancora forte diventa un buon punto di vista per ragionare e riflettere sulla sicurezza del lavoro. Quella tragedia ha lasciato nella nostra sensibilità e nella nostra cultura un segno indelebile. Probabilmente da questo episodio drammatico si è cominciato a prendere consapevolezza delle condizioni lavorative e si è poi  sviluppato un impegno collettivo a regolamentarne la sicurezza perché nulla di simile potesse più accadere. Segno di maggior gratitudine verso quelle vittime è creare momenti come quello di oggi in cui si possa continuare a riflettere su questi valori . Allora – ha concluso il Presidente-  anche una semplice targa su un muro che serva a muovere la curiosità di un ragazzo a chiedere cosa successe a Marcinelle significa formare le coscienze per costruire una società migliore. “

Una tragedia dove morirono 262 persone e “per numero di vittime  – come ha ricordato il presidente Ceriscioli – non può che richiamarci il triste bilancio del recente dramma del terremoto. Il disastro di Marcinelle ci evoca anche l’identità e il carattere dei marchigiani: un basso profilo ma una grande forza d’animo per ricominciare e una fortissima capacità di lavoro e di sacrificio per raggiungere obiettivi.”

Iridio Mazzucchelli, Console regionale dei Maestri del Lavoro d’Italia, con commozione ha ricordato di essere figlio di un minatore che lavorò nel sito di Marcinelle, sottolineando che “questa tragedia che vogliamo ricordare identifica due direttrici importanti sui cui riflettere : i temi della migrazione e quella della sicurezza del lavoro ancora oggi  profondamente collegati,  che come Maestri del Lavoro portiamo anche nelle scuole per sensibilizzare i giovani. Sessantanni fa sono partite migliaia di persone per poter lavorare e venivano trattate come schiavi e in molti hanno trovato la morte. Momenti storici  in cui il profitto prevaleva sulla sicurezza e sulla prevenzione ma che dobbiamo sempre scongiurare in ogni epoca.  Valori che siamo impegnati a riaffermare in ogni occasione. “

E’ stata una cerimonia a tratti molto toccante anche per la presenza del figlio di una della vittime, venuto appositamente dal Belgio: Marco Dionigi che perse il padre, Edo partito da Colbordolo a 32 anni in quell’incendio disastroso e di alcuni ex minatori tra i quali Francesco Angeletti che ugualmente lavorò nel sito minerario di carbone nel pozzo del Bois du Caziers. Alla cerimonia, moderata da Fausto Spegne, sono intervenuti anche Francesco Baldelli, Sindaco di Pergola, Ugo Pesciarelli, Sindaco di Sassoferrato, Carlo Evangelisti, Presidente del Parco dello Zolfo delle Marche, MdL Ugo Ruggeri, 2° Consigliere Nazionale per le Marche. Oltre alle autorità civili e militari e acirca 170 Maestri del lavoro giunti da tutta la regione, hanno partecipato il prefetto di Ancona D’Acunto,  l’onorevole Emanuele Lodolini, il consigliere regionali Enzo Giancarli e 50 alunni del Liceo Scientifico di Sassoferrato.  (ad’e)

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