Corruzione negli appalti per le grandi opere pubbliche: decine di arresti in tutta Italia

Ma nelle inchieste non figurano le Marche, nonostante in questi ultimi anni, nella regione siano stati avviati lavori per oltre 5 miliardi di euro. La soddisfazione dell’ex presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca

ROMA – Ventuno persone sono finite in manette per associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Al centro dell’inchiesta contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova, 6 Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa. L’attività investigativa, denominata “Amalgama” ha fatto scattare arresti nel Lazio, in Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. L’indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone, organizzato e promosso da chi, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell’ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali.
Secondo gli investigatori, l’ex direttore dei lavori avrebbe “messo a disposizione la sua funzione pubblica per favorire alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui, e ad un imprenditore calabrese”.

Secondo gli inquirenti del filone genovese alcuni indagati non avrebbero avuto remore a usare metodi di intimidazione mafiosa per portare a termine i propri affari.

Nelle inchieste non figurano le Marche, nonostante, in questi ultimi anni, nella regione siano stati avviati lavori per oltre 5 miliardi di euro (3^ corsia dell’autostrada, Civitanova Foligno, Ancona Perugia, ecc). E questo lo sottolinea, con particolare soddisfazione, nella sua pagina Facebook l’ex presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca. “Perdonatemi se lo dico, ma visto che dinanzi alla notizia di oggi nessuno fa una piega, mi permetto di farlo io…”, scrive Spacca.

Nella foto: l’ex presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca insieme ai presidenti di Umbria e Toscana