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ANCONA / In memoria di Roberto Farroni, presentazione del libro Oltre il limite

ANCONA / In memoria di Roberto Farroni, presentazione del libro Oltre il limite

Un viaggio con la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis (2000-2010) di Carlo Bruscia. Appuntamento domenica 16 ottobre, alle ore 10.30, nella Sala Conferenze del Museo Tattile Statale Omero

ANCONA / In memoria di Roberto Farroni, presentazione del libro Oltre il limiteANCONA / In memoria di Roberto Farroni, presentazione del libro Oltre il limite

ANCONA – Domenica 16 ottobre alle ore 10,30 nella sala conferenze del Museo Tattile Statale Omero di Ancona verrà presentato il libro “Oltre il limite – Viaggio con la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis (2000-2010)”. Interverranno il presidente del Museo Omero, Aldo Grassini, il giornalista RAI Giulio Colavolpe, lo scienziato Franco Rustichelli e l’autore Carlo Bruscia.

Il libro, un inedito di 120 pagine, è una raccolta di fotografie e testi che racconta l’impegno di Carlo Bruscia, presidente del Centro Una Arte Contemporanea di Fano, nel far conoscere al mondo uno capolavori del XX secolo: La Calamita Cosmica di Gino De Dominicis (Ancona, 1947 – 1998).

Carlo Bruscia, collega di Gino De Dominicis ai tempi dell’Accademia di Belle Arti di Roma con Pericle Fazzini, entrambi inviati nella capitale da Edgardo Mannucci, decide, nel silenzio totale sull’artista, di rendergli un omaggio a Fano nel 2000 con la “Mostra più breve del secolo”. Segue nel 2004 il Convegno “Ancona ricorda Gino De Dominicis” con la pubblicazione degli atti; di lì la volontà di riscoprire la Calamita Cosmica nei magazzini di Foligno, restaurarla e farla viaggiare. Del 2005 è la sua installazione nel cortile della Mole Vanvitelliana di Ancona, cui seguono le tappe a Milano, alla Reggia di Versailles, in Belgio e infine nel 2010 al MAXXI di Roma. Ora lo scheletro monumentale (16,5 x 24 m) dall’enigmatico becco d’uccello si trova alla ex-Chiesa dell’Annunziata di Foligno. Un’opera che indaga il significato della creazione e della materia, il rapporto tra mortalità e immortalità, temi su cui si concentra l’intervento di Franco Rustichelli. Un decennale viaggio che sarebbe dovuto continuare grazie a Roberto Farroni, che si stava impegnando nella possibile realizzazione di una versione della Calamita in lamina d’oro, come da progetto originario di Gino De Dominicis mai realizzato, da esportare in tutto il mondo. L’evento promosso in concomitanza con la Giornata del Contemporaneo dell’AMACI (XII edizione) vuole dunque rendere omaggio a cinque anni dalla sua morte a Roberto Farroni, ex presidente e direttore del Museo Omero, operatore culturale, intellettuale e giornalista.

LA PRESENTAZIONE

di FRANCO RUSTICHELLI

Questa opera parla del viaggio, curato da Carlo Bruscia, attraverso l’Europa, di una delle opere più importanti, LA CALAMITA COSMICA, di uno degli artisti più geniali del XX secolo, Gino De Dominicis.

Non era trascorso un secondo (ritroveremo tra poco questo intervallo di tempo quando parleremo della mostra leggendaria di Carlo) da quando mi fu presentato ad Ancona verso la fine degli anni 60, che Gino mi assalì con diverse domande sulla Scienza in generale ed in particolare sulla Relatività di Einstein. Da quel momento si sviluppò tra noi un forte legame di amicizia ed un fruttuoso sodalizio culturale.

Infatti, essendomi trasferito a lavorare in un Istituto di Ricerca Internazionale ed avendo cominciato ad insegnare nella giovane Università di Ancona, mi trovavo spesso a transitare per Roma dove incontravo Gino e potetti assistere alle sue prime mostre all’Attico. Rimasi particolarmente colpito dall’essenzialità e dalla freschezza delle sue opere e quindi dal loro innovativo classicismo.

In una mostra espose tre aste sottili, che potevano ruotare attorno ad un asse verticale. Una di queste era immobile ed era visibile, la seconda era stata rimossa ed era quindi invisibile, e nella terza si aveva una rotazione velocissima che rendeva l’asta invisibile. Questo lavoro mi affascinò moltissimo per il rapporto sottile tra visibile ed invisibile, tra essere, apparire e non essere.

Un altro lavoro essenziale: la palla che rimbalza cadendo da due metri. Ricordo il PUNTO INVISIBILE presentato alla galleria Toselli di Milano, determinato dalle sue proiezioni su tre assi perpendicolari, che partivano da uno spigolo sul pavimento.

Spesso a Roma ci trovavamo a pranzo vicino Piazza del Popolo con Maurizio Calvesi , che definì “una serata straordinaria” quella in cui, su invito suo e di Gino De Dominicis, presentai all’Attico la Teoria Dinamica dell’Immortalità.

Conobbi Carlo Bruscia nel 2004, quando fui invitato a presentare una relazione al seminario ANCONA PER GINO DE DOMINICIS, in concomitanza con l’installazione da parte sua della Calamita Cosmica all’interno della Mole Vanvitelliana. Fui colpito dalla maestosità dell’opera che si riallacciava ai temi della Morte e dell’ Immortalità di cui trattavamo spesso con De Dominicis. In effetti essa costituiva la materializzazione  a livello tridimensionale nello spazio di concetti legati al tempo come quelli appena citati. (I viaggi della Calamita Cosmica attraverso l’Europa non sono altro che mutazioni nel tempo delle coordinate spaziali della calamita).

La percezione diretta del concetto di Morte  in un contesto iperbolico stimolò in me, che avevo già pubblicato e rappresentato in Francia e in Italia l’opera teatrale ”Sulla Via dell’Immortalità”, una riflessione del tutto nuova di natura filosofica, che ho presentato in un articolo recente. E cioè che, per quanto paradossale possa sembrare questa affermazione, il decadimento fisico (e quindi la Morte) non è un fenomeno naturale nel senso di qualche cosa di desiderato e programmato dalla natura, ma anzi è profondamente innaturale, nel senso che la natura si propone di  superarlo utilizzando l’intelligenza umana creata per raggiungere l’immortalità dell’individuo. Il decadimento fisico attuale costituisce una fase transitoria dell’evoluzione, come lo sono stati gli esseri unicellulari vissuti da soli per un periodo lunghissimo di tre miliardi di anni.

Da allora ho incontrato Carlo Bruscia molte volte parlando delle nostre avventure passate con Gino De Dominicis e dei sogni futuri.

Uno di questi sogni si è materializzato attraverso la spettacolare mostra su De Dominicis, organizzata da Carlo , della durata di due secondi nell’ultima notte dell’anno 2000 a cavallo tra due millenni, che  ha suscitato in me due riflessioni. La prima, di natura scientifica: l’originalità di aver utilizzato un rapporto  infinitesimale, quasi paradossale, tra un intervallo di tempo piccolissimo (2 secondi) che collega tra di loro, come fosse un morsetto temporale, due intervalli di tempo giganteschi ( di un millennio ciascuno). La seconda di natura artistica: la mostra puo’ considerarsi come l’estrapolazione a livello del tempo del famoso quadro di Caravaggio che rappresenta Narciso che si specchia in un  superficie di acqua. Infatti tale superficie (concetto spaziale) che riflette simmetricamente l’immagine virtuale è sostituita nella mostra di Carlo dall’istante in cui termina il millennio, che costituisce una specie di superficie temporale che riflette uno dei due piccolissimi intervalli di tempo producendo la sua immagine virtuale costituita dall’altro intervallo. Lascio al lettore la scelta tra considerare il primo intervallo reale ed il secondo virtuale o viceversa.

Le Onde Gravitazionali, previste da Einstein un secolo fa, e scoperte recentemente sperimentalmente, sono delle increspature dello spazio-tempo (cronotopo),che avrebbero sicuramente  attratto l’interesse di Gino De Dominicis oltre che quello di Giacomo Leopardi.

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