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PESARO / Spettatori n fila per l’ultimo film di Giuseppe Piccioni “Questi giorni”

PESARO / Spettatori n fila per l'ultimo film di Giuseppe Piccioni "Questi giorni"

PESARO / Spettatori n fila per l’ultimo film di Giuseppe Piccioni “Questi giorni” 

pesarofilmquestigiorni2016-x0-1 pesarofilmquestigiorni2016-x0-2 di PAOLO MONTANARI

PESARO – L’ultimo film di Giuseppe Piccioni, il regista del ROSSO e il BLU, dal titolo QUESTI GIORNI, in programmazione al cinema Loreto di Pesaro dal 15 settembre, sta riscuotendo un grande successo di pubblico e la sua proiezione verrà prorogata per due settimane. Abbiamo intervistato il regista Giuseppe Piccioni, per telefono, per comprendere il successo, che questo film che narra la storia di quattro ragazze adulte prima del tempo, sta avendo nelle sale cinematografiche italiane.

“I giovani italiani, rappresentano la risorsa culturale,morale, lavorativa del nostro Paese, ma su di loro pesa l’incertezza. Ma nella storia delle quattro giovani protagoniste, Maria Roveran, figlia di Margherita Buy, la madre bambina, della storia, Marta Gastini, Caterina Le Caselle, Laura Adriani, rispetto alle nostre generazioni di cinquantenni, il senso del tempo è molto forte. E quando decideranno di fare un mini viaggio a Belgrado, una di loro sa di essere rimasta incinta, ma accetta ugualmente di fare il viaggio, perché potrebbe essere l’ultimo, e viverlo con le emozioni degli adolescenti”.

Maestro Piccioni, come è nato questo film ,che ha avuto una buona accoglienza alla Biennale di Venezia?

“Il mio film è ispirato al romanzo inedito COLOR BETULLA GIOVANE di Marta Bertini, e subito mi ha affascinato la storia delle quattro giovani protagoniste, con i loro sguardi complici, le risate brevi, le rabbie,le incertezze, gli slanci. Ho scelto queste giovani attrici, fra tante, non cercavo il professionismo e non ho voluto che, prima delle riprese, facessero troppa amicizia. Non volevo raccontare un viaggio epico, piuttosto mi interessava descrivere le manifestazioni di volontà delle ragazze, il loro opporsi al modo con cui le cose dovrebbero andare, la tenacia con cui inseguono le illusioni. Il mio film che sono le quattro ragazze, diviso in tre movimenti: la sperimentazione e della partenza; un film di viaggio nato in una piccola realtà italiana; una specie di melò dove il senso della storia è come averla fatta. Dunque voglio raccontare il passato, il presente, gli assopimenti e i risvegli. Quindi accanto alle ragazze è il tempo il grande protagonista del film. Non ho voluto fare un film sociologico, che voglia trovare delle soluzioni o dire qualcosa di impegnato per il presente dei nostri giovani. Ho preferito far vedere allo spettatore che cosa rimane anche in una piccola città di provincia, come Gaeta, dove è ambientato il film, delle bellezze antiche e delle passeggiate naturalistiche del nostro Paese e come un viaggio illusorio a Belgrado, per cercare lavoro, diventi però una soluzione per tenere unite personalità fragili, incerte, che ritrovano nell’amicizia, il sentimento più forte”.

(Le foto sono di MARTA FOSSA)

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