ECONOMIAIN PRIMO PIANOMARCHE

Le sanzioni contro la Russia penalizzano soprattutto le Marche

Le sanzioni contro la Russia penalizzano soprattutto le Marche

L’export calzaturiero marchigiano (che rappresenta la più grande fetta di quello italiano) è in netta crisi. Ma l’America e l’Unione Europea continuano ad insistere nel boicottaggio di Putin. Il rammarico delConsolato Onorario della Federazione Russa di Ancona

Le sanzioni contro la Russia penalizzano soprattutto le Marche

ANCONA – Notizie tragiche sull’export calzaturiero marchigiano (che rappresenta la più grande fetta di quello italiano) verso la Russia. Naturalmente il ringraziamento le imprese marchigiane lo debbono indirizzare agli USA che da dietro reggono i fili e all’Unione Europea che esegue battendo i tacchi. Infatti la ragione prima di questa debacle è rintracciabile nelle sciagurate sanzioni economiche a cui la Federazione Russa è stata sottoposta.

Qualche dato? Dai 295 milioni di euro del 2013 ai 156 milioni del 2015 (una flessione dunque del 47%) con un primo trimestre del 2016 che ha registrato un ulteriore calo del 21,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Purtroppo alla diminuzione di fatturato del settore calzaturiero vanno aggiunte quelle degli altri settori merceologici dell’ambito della meccanica, dell’enogastronomia, dell’abbigliamento. E del turismo che nell’estate ancora in corso ha registrato un ribasso di presenze russe superiore al 2015 che già era stato notevole rispetto al 2014 e all’anno precedente.

Il Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona è ovviamente rammaricato per tutto ciò. Ragion per cui già il Console precedente Prof. Armando Ginesi (oggi Console Emerito e 158° insignito nel mondo dell’Ordine della Cooperazione Internazionale della Federazione Russa) aveva messo a punto, con in suoi collaboratori, un piano-escamotage che potesse, almeno in parte, risolvere il problema di più comparti di produzione (turismo compreso).

A tal fine aveva coinvolto anche un ex Vice Ministro del Turismo della Federazione ed oggi Direttore in Italia del settore investimenti di un grande gruppo internazionale di proprietà russa, disposto a dare una mano alle Marche attraverso meccanismi già individuati. Ma le autorità del territorio (a differenza delle imprese, molto sensibili) si sono dimostrate piuttosto fredde e distratte.

Tant’è che risale al 2015 la prima proposta di collaborazione concreta. Soltanto per poter fare incontrare l’ex Vice Ministro con la dirigenza regionale si è dovuto attendere quasi un anno (periodo in cui il Console ha avuto intanto l’opportunità di incontrarsi con tre Ambasciatori e con il Vice Ministro degli Esteri di Russia). Alla fine, con il benestare dello stesso Capo del governo regionale, il Consolato e gli uffici regionali hanno steso una ipotesi di convenzione, praticamente senza oneri per il territorio, al di là di un tetto annuo di rimborso spese di lievissima entità), per una proficua collaborazione. La quale convenzione, giunta sulle mani di un assessore, ha determinato, da parte di quest’ultimo, un atteggiamento, giudicato inopportuno, tale che il nuovo Console Avv. Marco Ginesi, ha ritenuto essere del tutto impossibile continuare nell’ipotesi collaborativa, per la salvaguardia della dignità dell’istituzione da lui rappresentata.

Tra l’altro, in un colloquio diretto tra il Console e questo assessore, avvenuto tre giorni dopo la visita lampo in Regione dell’Ambasciatore degli Stati Uniti, l’amministratore regionale se ne è uscito con una affermazione del genere: “Dobbiamo ben riflettere perché per noi il mercato russo non è più una priorità, mentre lo è diventato quello americano”.

A questa impolitica affermazione sembra dare una risposta indiretta l’imprenditore calzaturiero Vittorio Virgili, di Sant’Elpidio a Mare, il quale ha recentissimamente dichiarato:

“Gli Stati Uniti rappresentano un mercato rischioso per gli incassi e non adatto all’organizzazione delle nostre piccole aziende del territorio”.

Di contro Marino Fabiani, uno dei primi imprenditori calzaturieri fermani a puntare sul mercato russo, ha dichiarato alla stampa:

“Da Mosca abbiamo almeno una buona notizia: i pagamenti sono piuttosto regolari”.

A prescindere dall’atteggiamento incomprensibile di taluni amministratori territoriali, il Consolato informa che, come sempre, è a disposizione delle aziende, con le quali è sempre disposto ad incontri seri e concreti per cercare di risolvere, senza i lacci delle burocrazie e, talora, delle incompetenze, i problemi oggettivi, con lo spirito di leale amicizia che da secoli lega la Russia all’Italia.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it