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Apertura della caccia, per Legambiente il calendario venatorio regionale è illegittimo

Apertura della caccia, per Legambiente il calendario venatorio regionale è illegittimo

Apertura della caccia, per Legambiente il calendario venatorio illegittimo

ANCONA – Concluse le abbondanti giornate di pre-apertura, domenica 18 settembre si aprirà ufficialmente la stagione di caccia 2016-2017 con un calendario venatorio, approvato dalla giunta regionale, nel mese di agosto che non rispetta le norme nazionali e comunitarie atte a difesa dello straordinario patrimonio di biodiversità di cui l’Italia e la regione Marche è custode.

“A giugno abbiamo inviato una lettera al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ed all’assessore competente, Moreno Pieroni, per richiedere modifiche al calendario venatorio – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – con l’obiettivo di rispondere alle osservazioni della Commissione europea: EU PILOT 6955/14/ENVI – CALENDARI VENATORI, per violazione della direttiva 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Questo affinché le specie tordo bottaccio, cesena e beccaccia non siano cacciabili fino al 31 gennaio, periodo in cui è già in corso la migrazione prenuziale. A rischio anche altre specie per le quali la Regione autorizza la caccia, pur in presenza di numeri ridottissimi, come il combattente, il frullino o la coturnice. In occasione dell’audizione della II Commissione tenutasi lo scorso 14 luglio, abbiamo ribadito la necessità di questa modifica al fine di evitare all’Italia l’ennesima procedura di infrazione europea in campo ambientale. Inascoltati ed in barba alle normative, la Regione ha comunque approvato un calendario venatorio con gli stessi punti contestati dalla UE. Questo porterà all’apertura di una procedura d’infrazione contro lo Stato italiano che, a sua volta, si rivarrà sulla Regione Marche e, quindi, sulle tasche di tutti i cittadini marchigiani. Riteniamo che questo sia un pessimo esempio di governo del patrimonio naturale e di scarsissima attenzione per le già scarse risorse sia ambientali che economiche disponibili.”

Un po’ di storia – Al fine di definire esattamente i periodi di divieto assoluto di caccia gli Stati membri e la Commissione hanno redatto, sulla base delle migliori conoscenza scientifiche, il documento “Key Concepts”, adottato dalla Commissione europea nel 2001 e rivisitato nel 2009, che stabilisce, specie per specie e paese per paese, le date (in decadi) di inizio e durata della riproduzione (fino alla conclusione del periodo di dipendenza dei giovani dagli adulti) e di inizio della migrazione prenuziale. Questo documento, legalmente vincolante per l’Italia, dà indicazioni chiare e nette per le tre specie migratrici di particolare interesse venatorio, Tordo bottaccio, Cesena e Beccaccia: il termine per la chiusura della caccia è il 10 gennaio, che utilizzando la decade di sovrapposizione può giungere al massimo al 20 gennaio. C’è poi un altro documento di riferimento, redatto dall’Autorità scientifica nazionale, l’ISPRA, trasmesso a tutte le Regioni, Marche compresa, nell’agosto del 2010, per consentire la corretta definizione dei calendari venatori nel rispetto della tutela dell’avifauna imposta dalla direttiva comunitaria e dalla legge nazionale: la Guida per la stesura dei calendari venatori che fornisce indicazioni puntuali circa i tempi di caccia autorizzabili per le diverse specie e che per la specie beccaccia indica il 31 dicembre la data di chiusura della caccia al fine di tutelare la specie pur consentendone il prelievo. Tutti inascoltati.

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