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Torna a preoccupare il futuro di Nuova Banca Marche

 

Torna a preoccupare il futuro di Nuova Banca Marche

I parlamentari marchigiani Paolo Petrini ed Emanuele Lodolini hanno presentato un’interrogazione per conoscere quali iniziative saranno intraprese dal Ministero dell’Economia e delle Finanze

Torna a preoccupare il futuro di Nuova Banca Marche

ROMA – I deputati marchigiani del PD Paolo Petrini ed Emanuele Lodolini, entrambi componenti della Commissione Finanze, hanno depositato stamani un’interrogazione parlamentare per conoscere quali iniziative il Ministero dell’Economia e Finanze intenda intraprendere, nei limiti delle proprie competenze e nel rispetto di quelle della autorità di vigilanza, affinché venga individuata la migliore soluzione in questa cruciale fase di gestione della procedura di vendita relativa a Nuova Banca delle Marche Spa, Nuova Banca popolare dell’Etruria e del Lazio – Società cooperativa, Nuova Cassa di risparmio di Ferrara Spa e Nuova Cassa di risparmio della provincia di Chieti Spa.

Il 12 maggio 2016 – ricordano i deputati – sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte non vincolanti da parte dei soggetti abilitati alla partecipazione; in linea con le aspettative, circa metà di coloro che avevano manifestato iniziale interesse – private equity in prevalenza, banche e compagnie assicurative – hanno sottoposto una propria offerta non vincolante. Lo scorso 22 luglio la Banca d’Italia ha reso noto che, nel rispetto dei termini previsti dalla procedura per la cessione delle good bank, sono pervenute tre offerte economiche impegnative, che verranno analizzate dagli Advisor (Societè Generale come advisor finanziario, Oliver Wyman per la consulenza strategia e Chiomenti per gli aspetti legali); ulteriori comunicazioni dell’Autorità nazionale di risoluzione seguiranno all’esito delle valutazioni.

Secondo indiscrezioni di stampa – si legge nell’interrogazione fra le offerte economiche impegnative per l’acquisto delle quattro good bank rientrano quelle di due fondi, Apollo e Lone Star, il primo assistito nell’operazione da McKInsey, il secondo da Bain; in entrambi i casi sembrerebbe che la valutazione sia per un ammontare tra i 500 e i 600 milioni di euro, cifra decisamente inferiore a quanto atteso rispetto alle risorse impiegate per ricapitalizzare le quattro good bank. La terza offerta giunta all’Autorità nazionale di risoluzione per le good bank riguarderebbe solo le società di assicurazioni Bap di Banca Etruria, un’eventualità prevista dal bando emesso a gennaio dalla Banca d’Italia. Non avrebbe, invece, presentato un’offerta concreta, ma avrebbe scritto una lettera all’Autorità nazionale di risoluzione il fondo di private equity Apax, che si dichiarerebbe disposto a prendere eventualmente parte ad un piano di acquisto.

La situazione economica che verrebbe ad individuarsi, qualora si rivelassero fondate le anticipazioni stampa richiamate, – concludono i deputati marchigiani – risulterebbe problematica, in considerazione del fatto che quanto incassato dalla cessione dei quattro istituti servirà, infatti, all’Autorità di risoluzione per rimborsare il prestito ancora in essere con Intesa, UniCredit e Ubi.

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