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Una task force di ingegneri volontari a fianco delle popolazioni terremotate

Una task force di ingegneri volontari a fianco delle popolazioni terremotateUna task force di ingegneri volontari a fianco delle popolazioni terremotate Una task force di ingegneri volontari a fianco delle popolazioni terremotate

Moltissimi i tecnici mobilitati per l’emergenza, ma la Federazione marchigiana chiede con forza alla politica interventi di prevenzione e cultura della sicurezza

Una task force di ingegneri volontari a fianco delle popolazioni terremotate Una task force di ingegneri volontari a fianco delle popolazioni terremotate

ANCONA – La Federazione degli Ordini degli Ingegneri delle Marche, che riunisce tutti gli Ordini della regione, è stata la prima in Italia a dotarsi di tecnici formati in gestione tecnica dell’emergenza, rilievo del danno e valutazione dell’agibilità. Dopo essere intervenuta nel sisma emiliano a supporto della Protezione Civile, è stata artefice di numerose proposte nel corso degli anni in materia di prevenzione. Vari tecnici della Federazione, cioè degli Ordini marchigiani riuniti, già operano sul territorio supportando la complessa macchina dei soccorsi. Altri 350 agibilitatori sono già stati mobilitati, come disposto dalla Protezione Civile nazionale DPC, dal Consiglio Nazionale Ingegneri CNI e dall’Associazione Ingegneri Prevenzione ed Emergenza IPE. Realtà, quest’ultima, operativa a livello nazionale e presieduta dalla marchigiana Ing. Patrizia Angeli.  A pochi giorni di distanza dal terremoto la terra continua a tremare e la situazione è ancora molto complessa, coinvolgendo anche zone non direttamente interessate dal cratere.

Il presidente della Federazione marchigiana Pasquale Ubaldi, impegnato sul campo in prima persona, ha dichiarato che: “Parallelamente all’attività specifica dei Tecnici AEDES, la Federazione ha subito preso contatto con il Dipartimento della Protezione Civile regionale e ANCI Marche per dare supporto ai Sindaci dei territori colpiti per fare sopralluoghi speditivi nelle aree periferiche del cratere, dove tante sono le richieste, cercando di agevolare il più veloce rientro alla normalità almeno in queste aree. Una manifestazione di disponibilità è già stata inviata al Presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli, al Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni italiani ANCI Marche Maurizio Mangialardi nonché al Direttore del DPC regionale Cesare Spuri”. Come ormai d’abitudine nel nostro paese, dopo la conta dei danni e delle vittime, comincia la ricerca disperata delle responsabilità. Su tutti i media infuriano polemiche sulle motivazioni e le responsabilità di disastri come questo e non di rado il dito viene puntato sui tecnici, progettisti e collaudatori.

Per questo il Presidente Ubaldi denuncia con forza che: “nel corso degli anni, a partire dagli eventi disastrosi come L’Aquila e l’Emilia Romagna, i concetti che faticosamente i tecnici hanno cercato di far passare, scontrandosi con una politica troppo spesso distratta, sono stati “prevenzione”, “cultura della sicurezza”, “resilienza della società”, “pianificazione degli interventi”, “vulnerabilità dei sistemi urbani”. La realtà è che le tante proposte fatte negli anni dagli Ingegneri, in materia di prevenzione sono rimaste lettera morta nei cassetti. In occasione di ogni terremoto si torna a parlare di libretto del fabbricato, certo molto utile, ma ancora prima occorre introdurre l’ACS Attestato di Certificazione Sismica, una certificazione analoga a quella energetica, che però dia indicazioni sullo stato di salute degli edifici. Su questo già da anni è stata inviata alla Regione una proposta di legge, purtroppo mai giunta alla discussione in Consiglio regionale.  È stata, invece, ottenuta l’introduzione nella proposta di legge urbanistica e nella legge edilizia della Regione Marche, di un apposito articolo per considerare la vulnerabilità sismica già a livello di centro urbano e già nella fase di pianificazione degli interventi. Al tavolo regionale si è altresì lavorato per la diffusione, nel territorio, di strumenti essenziali per la prevenzione sismica come la microzonazione e l’analisi della condizione limite per l’emergenza. In tre anni è stato possibile dotare moltissimi Comuni di questi strumenti in collaborazione con il DPC e ANCI. Allo stato attuale, nonostante la Regione sia stata sollecitata durante un incontro apposito, i finanziamenti per questi studi risultano ancora inspiegabilmente bloccati. Infine, assieme all’Università Politecnica delle Marche, la Federazione ha presentato alla Commissione europea un progetto NORISK proprio sull’aumento della resilienza delle popolazioni e dei territori”. Di fronte a questo scenario, gli ingegneri delle Marche mettono a disposizione le loro competenze e professionalità per dare supporto alle popolazioni, ai Sindaci, al DPC ma chiedono alla politica che sia in grado di guardare a un futuro che deve essere fatto di prevenzione e non solo di ricostruzione, dispendiosa, faticosa, infinita. “Quindi ingegneri operativi subito in campo per affrontare l’emergenza” ma il massimo rappresentante degli Ordini marchigiani chiede che sia attuato con lungimiranza “un percorso profondo di crescita sociale e di coscienza del rischio, che possono essere ottenuti solo insieme alla popolazione, alle amministrazioni e alla politica che deve avere la forza di investire di più in prevenzione”.

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