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Bassani e la musica: durante le messe in campagna si eseguivano brani di opere

Bassani e la musica: durante le messe in campagna si eseguivano brani di opere

Bassani e la musica: durante le messe in campagna si eseguivano brani di opere

di PAOLO MONTANARI

PESARO – Bassani che rapporto aveva con la musica? E’ questo l’interrogativo che la musicologa Maria Chiara Mazzi ha posto al pubblico numeroso presente, nella sala del consiglio comunale, nonostante le avverse condizioni metereologiche, per la sua conferenza su IL CINEMA RISORGIMENTALE E LA MUSICA. GIORGIO BASSANI E LA MUSICA, nell’ambito del ciclo curato dal giornalista Paolo Montanari per Ricordare Giorgio Bassani a 100 anni dalla nascita. “La musica dell’Ottocento italiano, è questo il riferimento bassaniano, in quanto lo scrittore bolognese sceneggiò SENSO di Visconti, ha sottolineato la Mazzi, ha una funzione narrativa con una visione musicale risorgimentale. La musica fino alla fine dell’Ottocento è stata contemporanea e consumata sia dalle classi più agiate che da quelle popolari. Si pensi al proliferare di canti popolari, che vennero anche utilizzati a fini socio politici, come la BELLA GIGOGIN. Il consumo dell’opera lirica, talmente popolare, da essere riprodotta nella carta pubblicitaria dei dadi Liebic, dunque aveva una funzione collettiva e contrastava con la cosiddetta musica colta che era dissociata dalla vita. Pertanto l’idea di connettere la musica alla società è naturale dal di dentro e dal di fuori. Ma chi fu il primo teorico in Italia che parlò da un punto di vista filosofico e pedagogico del melodramma? Fu Giuseppe Mazzini con la sua opera FILOSOFIA DELLA MUSICA. Mazzini ideatore della GIOVINE ITALIA, come appare realisticamente nel film risorgimentale di Mario Martone NOI CREDEVAMO, tenne conto del fermento musicale e partecipativo del popolo che andava a teatro non in maniera passiva. Lo stesso concetto venne ripreso da Antonio Gramsci che parlò a proposito di cultura e folclore nazionali.D’altra parte in un paese in cui l’80% della popolazione non sapeva né leggere né scrivere, la musica diventava lo strumento trainante per tutti. Pensate che recentemente ho scoperto in un piccolo paese del Veneto, che dietro a composizioni per banda, vi erano delle trascrizioni per organo di opere come LA TRAVIATA, IL TROVATORE, IL NABUCCO, LA NORMA, che venivano eseguite in chiesa, perché l’aspetto melodrammatico con l’esprit di liberazione che soprattutto le opere di Verdi, sapevano far scaturire, si conciliavano con i momenti liturgici legati ai valori salvifici che la morte e resurrezione di Cristo, ricordavano durante la messa. ” Dunque professoressa Mazzi, il clima degli anni risorgimentali era legato alla speranza religiosa,culturale e musicale di un popolo, che dietro, ad esempio, ad un tema celebre di Rossini, “DI TANTI PALPITI” dal Tancredi, nascondeva la voglia di riscatto contro l’oppressore?

“Sì è proprio così . L’esempio che lei ha fatto è molto significativo. Spesso ancora oggi si ripete come una canzonetta di Tanti palpiti, ma non si ricorda il recitativo che lo precede, che nel tempo ha avuto tante variazioni. Lo stesso rimanendo in campo rossiniano lo si ritrova nel Guglielmo Tell. Insomma il melodramma supera le porte dei teatri. Altri due grandi musicisti, Bellini e Donizetti, si mantengono in queste prospettive culturali e musicali. In Norma non c’è una vicenda di popolo ma personale. Anche qui vi è un contrasto fra oppressi e oppressori, come nelle prime opere verdiane, Ernani,Trovatore e Nabucco. Le trame letterarie trasversali si collegano con gli eventi reali contemporanei. Si pensi che a Pesaro, come in molti altri teatri di tradizione, il biglietto per accedere allo spettacolo, serviva per i fondi pro risorgimento italiano.”

Ma perché Va’ Pensiero dal Nabucco è divenuto un canto patriottico, sapendo che è legato alla storia dell’esilio degli ebrei?

“Perché il popolo si riconosceva in quell’esilio e nel dominio degli invasori austriaci. Un altro elemento fondamentale è stato poi l’uso della metrica, cioé il decasillabo metro patriottico, quello che usa Verdi in vari testi divenuti opere: SI RIVESTI IL LEON DI CASTIGLIA DALL’ERNANI. Il decasillabo è utile allo scopo patrittico e il ritmo degli zoccoli del cavallo, che ebbero la prima esecuzione in un’opera di Monteverdi, e che vennero chiamati anatesti, furono corollari musicali di estrma importanza soprattutto in opere come il Tell di Rossini.Poi l’importanza del coro visto nell’immaginario collettivo. Dunque riassumendo possiamo dire che soprattutto nella musica di Verdi vi era una ricezione e diffusione del messaggio; processo di identificazione parallelo alla commercializzazione e permeabilità del pubblico”.

Dunque in Bassani, pur non essendo un musicista, ma ascoltare sensibile di musica classica e sinfonica, fin dalle prime frequentazioni della libreria di Roversi a Bologna, si è sviluppato questo passaggio psicologico e interiore, che poi lo ha portato alla sceneggiatura di Senso e alla collaborazione de Il Gattopardo di Visconti?

“Certamente, se pensate che in Senso vi è l’utilizzazione da parte di Visconti della musica verdiana, di cui amava in particolare la trilogia popolare, Trovatore, Rigoletto e Traviata, anche per il fine della controversa storia d’amore del film a sfondo risorgimentale, nel Gattopardo quasi tutta la musica originale è di Nino Rota. Ma l’abilità del geniale compositore barese e del genio di Visconti è che la musica si incarna nel contesto storico,atavico di una terra, quella siciliana, che sente arrivare i moti patrottici dal continente. Lo stesso Bassani, pur rifiutando l’apparente vicenda amorosa di Micol e Alberto nel film diretto da Vittorio de Sica, IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI, apprezzò il commento musicale al film fatto da Manuel de Sica. Il cinema italiano negli anni 50 e 60, alla riscoperta di una propria identità ed evidenziando le contraddizioni del mondo borghese Antonioni-Bassani, diivene melodramma e il linguaggio del manifesto d’opera sostituisce quello cinematografico. Nel Gattopardo l’opera è fuori dal teatro e si veicola in mille rivoli: il cinema ma anche la banda musicle, la rappresentazione dei burattini e il celebre valzer suonato da un organetto nelle chiese”.

(Le foto sono di MARTA FOSSA)

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