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La provincia di Pesaro e Urbino fra le più povere dell’Italia Centrale

La provincia di Pesaro e Urbino fra le più povere dell’Italia Centrale

La provincia di Pesaro e Urbino fra le più povere dell’Italia Centraledi PAOLO MONTANARI

PESARO – “Con un reddito pro capite di 18.193 euro, inferiore alla media regionale Marche che è di 18.333 euro e ancor più di quella nazionale che è di 19.719 euro, ha sottolineato il segretario regionale della CGIL Roberto Ghiselli, siamo un sistema e una struttura produttiva, che risente fortemente della continuazione della crisi economica e che non regge più  e finiti gli ammortizzatori sociali , i cui criteri di erogazione, dopo il jobs Act sono diventati più restrittivi per lavoratori e imprese.

Il numero degli occupati nel 2015 nelle Marche era di 140.000, con un calo ulteriore nel primo semestre del 2016, che sta a significare che il tasso di occupazione è pari al 57,60%, un calo notevole rispetto al 2015. Le persone in cerca di occupazione nella provincia di Pesaro e Urbino ora superano le 18.000, il 21% in più rispetto al 2014. Nel 2015 il tasso di disoccupazione sempre nel territorio di Pesaro è pari all’11,6% e tutt’ora si mantiene su quei numeri contro il 9,9% della media regionale; le donne raggiungono il 12,3% e gli uomini il 10,9%. Il problema più forte è la disoccupazione giovanile che è del 34,6%, superiore alla media nazionale del 32% e il tasso di inattività è pari al 32,1% in live aumento al 31,9% dato inizio 2015’’. Ma Ghiselli, dai dati Istat siamo la cenerentola di turno. “Si perché nelle regioni del centro Italia gli occupati crescono dell’0,8% da noi crollano del 3% e nel settore industriale la situazione è veramente preoccupante’’. E’ il campanello d’allarme lanciato dal sindacato. Ma a questo punto lanciamo un forum.Chiediamo conferma di questa situazione drammatica nel tessuto industriale pesarese, al presidente della Camera di Commercio, Alberto Drudi, al termine della conferenza stampa indetta proprio sull’aiuto dell’istituto camerale sulle imprese pesaresi in stato di fallimento. “Purtroppo la situazione è drammatica nel distretto industriale pesarese e a fine 2015 la nostra area è divenuta un’area di crisi, con 30 comuni tra Pesaro e Urbino beneficiari degli interventi straordinari dei programmi Ue 2014/2020 per lo sviluppo regionale.

Il risultato nel settore dell’export vi è stato e le nostre aziende, anche se i soggetti più deboli, soccombono alla logica del mercato, hanno sollevato un respiro d’aria fresca con un +11,4%. Tutto ciò ha voluto dire innovarsi, riconvertire il personale per adeguarsi ai cambiamenti radicali del mercato nell’internazionalizzazione. Soprattutto ci stiamo impegnando a diffondere il made in Italy , con progetti come Flagship Showroom in India, un vero e proprio continente, dove le potenzialità commerciali sono inimmaginabili. Una joint venture  della Regione Marche ed enti camerali Marche e Pesaro con un partner indiano. Ma l’auspicio, ha concluso Drudi, è che l’exploit delle vendite nel mercato indiano sia da traino anche a start -up e occupazione, in una provincia che dal 2007 a oggi ha visto il tasso di disoccupati schizzare dal 3,2 all’11,6% e chiudere i battenti 3.600 imprese: un -9% in otto anni sul totale delle aziende attive che nel comparto del legno-arredo è arrivato a -31% con 570 realtà sparite su 1.800’’.Ma accanto alla povertà sempre più in evidenza, di pari passo si evidenzia con drammaticità quotidiana il problema legato al flusso migratorio nella provincia di Pesaro e Urbino.

Le Acli nazionali, hanno presentato recentemente un progetto “A FIANCO DEI MIGRANTI’’. Ne parliamo con il dott.Alberto Scarpitti, Responsabile del Servizio Civile Nazionale dell’Ente Acli. “Il progetto “ A FIANCO DEI MIGRANTI’’ si propone di dare risposte concrete  ad alcune importanti esigenze presenti fra molti cittadini immigrati in un contesto socio-economico in profonda trasformazione con dati purtroppo negativi in tema di occupazione e di un sistema macroeconomico che non decolla. Il progetto è stato presentato in varie provincie, fra cui Pesaro Urbino.

Poiché il fenomeno migratorio in Italia si è sviluppato secondo dinamiche variegate, fortemente legate alle specifiche caratteristiche demografiche e di mercato dei singoli territori, con differenze marcate fra nord, centro e sud Italia. Se analizziamo la situazione nella provincia di Pesaro e Urbino, gli stranieri residenti al 1 gennaio 2015 sono 32.576 e rappresentano il 9,0% della popolazione residente. La comunità più numerosa è quella romena con il 16,6%, seguita dall’Albania (16,1%) e il Marocco (13,6%). Aumentano gli immigrati presenti in provincia di Pesaro e Urbino  che scelgono la strada dell’impresa e del lavoro autonomo. Questo ha come effetti negativi in alcuni casi il lavoro in nero o il fallimento. In ogni caso il fenomeno è stato fotografato, anche con i suoi dati positivi dalla CNA, dal Centro Studi e ricerca IDOS e da Unioncamere, che hanno presentato un Rapporto. Su un totale di 146.152  stranieri residenti nelle Marche, i titolari d’impresa stranieri sono poco meno del 10 per cento: negli ultimi dieci anni sono quasi triplicati passando dai 5 mila del 2004 ai 14.433 della fine del 2015. Di questi 3.632 sono in provincia di Pesaro e Urbino e rappresentano l’8,7% sul totale delle imprese (il 52,5% nel settore dei servizi e solo il 3,2% in agricoltura mentre il 40,8% è nella produzione. Con il nostro progetto potenzieremo il servizio di accoglienza e orientamento ai cittadini immigrati. Papa Francesco, nell’anno della Misericordia, ci invita ad essere aperti ai nostri fratelli più sfortunati”.

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